ponedeljak, 30.09.2024 20:25
Semi di futuro. Un’esperienza di rinascita nelle Valli del Natisone
A partire dagli anni cinquanta del ‘900 le zone prealpine e pedemontane del Friuli Venezia Giulia hanno sofferto un inesorabile declino economico che ha avuto come conseguenza un progressivo spopolamento dei paesi e della terra e un degrado dell’ambiente. Questa sorte è toccata anche alle Valli del Natisone dove le attività agricole e pascolive, dopo il secondo conflitto mondiale e le conseguenti grandi trasformazioni nel modello di sviluppo, non erano più in grado di offrire una remunerazione sufficiente alla sopravvivenza. Con il trascorrere degli anni tutto il lavoro di trasformazione della natura operato dal contadino, i prati, i campi terrazzati, gli edifici rurali e i sentieri di collegamento sono stati fagocitati dal bosco. La natura, in queste zone di collina e montagna, è vigorosa e vitale ed in poco tempo si è ripresa gli spazi che l’uomo le aveva conteso.
A partire dal 2015 però, grazie ad un virtuoso utilizzo degli strumenti amministrativi regionali, un gruppo di abitanti delle Valli e di persone che hanno mantenuto forti radici in quelle zone nonostante si siano dovute trasferire altrove, ha sviluppato una serie di iniziative di rinascita del territorio.Tutto è cominciato dal piccolo Comune di Stregna, dal suo Sindaco e da tante persone delle frazioni che ne fanno parte. Nel giro di pochi anni si va consolidando un progetto ad ampio respiro che, ripartendo dalla ricchezza paesaggistica del passato, possa garantire un futuro sostenibile dal punto di vista umano e ambientale. Non un’operazione nostalgica e velleitaria ma progetti solidi, partecipati e sostenuti dai più moderni processi di sviluppo dei territori.
Il documentario prodotto da Marco Virgilio e Ivo Pecile racconta proprio questa storia di rinascita che potrebbe nei prossimi anni espandersi aa tutte le Valli del Natisone e forse varcarne i confini.
Dokumentarna oddaja.A partire dagli anni cinquanta del ‘900 le zone prealpine e pedemontane del Friuli Venezia Giulia hanno sofferto un inesorabile declino economico che ha avuto come conseguenza un progressivo spopolamento dei paesi e della terra e un degrado dell’ambiente. Questa sorte è toccata anche alle Valli del Natisone dove le attività agricole e pascolive, dopo il secondo conflitto mondiale e le conseguenti grandi trasformazioni nel modello di sviluppo, non erano più in grado di offrire una remunerazione sufficiente alla sopravvivenza. Con il trascorrere degli anni tutto il lavoro di trasformazione della natura operato dal contadino, i prati, i campi terrazzati, gli edifici rurali e i sentieri di collegamento sono stati fagocitati dal bosco. La natura, in queste zone di collina e montagna, è vigorosa e vitale ed in poco tempo si è ripresa gli spazi che l’uomo le aveva conteso.
A partire dal 2015 però, grazie ad un virtuoso utilizzo degli strumenti amministrativi regionali, un gruppo di abitanti delle Valli e di persone che hanno mantenuto forti radici in quelle zone nonostante si siano dovute trasferire altrove, ha sviluppato una serie di iniziative di rinascita del territorio.Tutto è cominciato dal piccolo Comune di Stregna, dal suo Sindaco e da tante persone delle frazioni che ne fanno parte. Nel giro di pochi anni si va consolidando un progetto ad ampio respiro che, ripartendo dalla ricchezza paesaggistica del passato, possa garantire un futuro sostenibile dal punto di vista umano e ambientale. Non un’operazione nostalgica e velleitaria ma progetti solidi, partecipati e sostenuti dai più moderni processi di sviluppo dei territori.
Il documentario prodotto da Marco Virgilio e Ivo Pecile racconta proprio questa storia di rinascita che potrebbe nei prossimi anni espandersi aa tutte le Valli del Natisone e forse varcarne i confini.